La libertà di espressione e il giornalismo devono essere analizzati nel contesto delle dinamiche della comunicazione nelle democrazie moderne, specialmente con l’influenza dei social media e della politica. La crescente manipolazione delle informazioni sta minando la capacità di garantire un’informazione corretta e veritiera al pubblico. Per questo, è fondamentale sottolineare l’importanza del giornalismo in un’epoca in cui, troppo spesso, viene considerato inutile o dannoso. L’opinione pubblica è sempre più influenzata da una miriade di informazioni prive di regole e verità oggettive. Sebbene la libertà di espressione sia un principio fondamentale, non può essere usata come scusa per diffondere notizie false o fuorvianti. La vera libertà di espressione deve sempre essere accompagnata da una responsabilità.
Il Primo Emendamento della Costituzione degli Stati Uniti, simbolo di libertà di espressione, viene oggi interpretato in modi diversi, anche da forze politiche che lo usano per giustificare l’assenza di responsabilità nelle dichiarazioni pubbliche. Penso alla crescente influenza dei social media, dove piattaforme come Facebook e Twitter (ora X) non solo guidano il dibattito pubblico, ma spesso lo manipolano, come accaduto con lo scandalo di Cambridge Analytica. Questa evoluzione sta erodendo la fiducia nelle istituzioni e nel giornalismo stesso.
Il giornalismo deve essere responsabile e professionale, non semplicemente uno strumento per diffondere notizie che servono agli interessi dei potenti. Tuttavia, oggi l’informazione sembra spesso utilizzata per consolidare il potere piuttosto che per cercare la verità. Prendiamo ad esempio figure politiche e imprenditoriali come Peter Thiel e Elon Musk, che vedono la democrazia e la libertà di espressione come ostacoli al progresso e all’innovazione.
Mi preoccupa il modo in cui la tecnologia e l’evoluzione del web stiano spostando l’attenzione dalla verità e dall’oggettività, a favore di narrazioni manipolate, supportate da algoritmi che diffondono fake news.
Il giornalismo deve essere prima di tutto responsabile, non solo per evitare danni alla reputazione, ma anche per tutelare i diritti delle persone coinvolte nelle storie raccontate. Un giornalista deve avere il coraggio di raccontare la verità, anche quando questa entra in conflitto con diritti individuali come la privacy. É fondamentale che il giornalismo d’inchiesta sfidi il potere e metta in luce verità scomode, come nel caso dei Pentagon Papers o dello scandalo Watergate. Anche le democrazie devono affrontare una sfida: garantire una stampa libera e indipendente, in un contesto in cui la verità sembra essere sempre più relativa e manipolabile.
Un giornalismo “di qualità” è un elemento essenziale per una democrazia sana. Oggi è messo in pericolo dalla disinformazione e dalla manipolazione della verità, che minacciano la nostra capacità di prendere decisioni consapevoli. La crescente opacità informativa, la polarizzazione e l’influenza dei social media rendono più difficile una riflessione critica sulla realtà. È cruciale che il giornalismo rispetti la trasparenza e l’accuratezza delle informazioni, ma è altrettanto importante vigilare affinché la pubblicità e la ricerca dell’audience non influenzino negativamente la qualità dell’informazione. Il giornalismo, in questo senso, non deve seguire esclusivamente un modello economico, ma deve anche perseguire l’ideale di verità e responsabilità verso la società. Non si tratta solo di riportare ciò che accade, ma di farlo con rigore, evitando di cadere nella trappola delle notizie sensazionalistiche che non aggiungono nulla alla comprensione della realtà.
Mi preoccupa sempre di più la difficoltà di distinguere tra vera informazione e “censura soft”, ovvero la manipolazione delle priorità e la diffusione di contenuti progettati per suscitare emozioni piuttosto che per informare. Questo approccio distorce la realtà, semplificando in modo dannoso questioni complesse.
La libertà di stampa è un diritto fondamentale ed è linfa vitale della democrazia: l’autocensura, la dipendenza dai poteri politici ed economici e l’uso dell’informazione come strumento di potere possono compromettere il ruolo del giornalismo come “quarto potere” democratico, essenziale per garantire trasparenza, diritti e responsabilità.
Infine, credo che l’interazione tra giornalismo tradizionale e social media non sia necessariamente negativa, a condizione che venga gestita in modo etico e responsabile, per evitare che notizie false o manipolate distraggano dal dibattito pubblico reale.
Questo contributo è tratto dal volume tematico
Economia, informazione e diritto contro le mafie
