A partire dagli anni Novanta in poi la battaglia culturale contro le mafie ha fatto enormi passi avanti, sia rispetto al rifiuto delle pratiche criminali che alla consapevolezza dei danni che recano alle comunità e ai territori. Purtroppo sono ancora molti i varchi di cui le mafie approfittano per infiltrarsi nell’economia, negli appalti e servizi pubblici e nelle amministrazioni locali.
Basti pensare che dal 1991, anno di introduzione delle norme per lo scioglimento delle amministrazioni locali per infiltrazioni mafiose, gli enti locali oggetto del provvedimento sono stati oltre 280, alcuni dei quali addirittura più volte.
L’azione di contrasto dello Stato si sviluppa troppo spesso ed esclusivamente a valle delle condotte collusive, affidandone la rilevazione e il commissariamento alle Prefetture e la sanzione alla Magistratura. Ma i margini di intervento degli amministratori locali per prevenire le infiltrazioni e l’impoverimento delle comunità sono ampi e i buoni esempi numerosi.
Quali sono gli alert a cui prestare attenzione in ogni fase di un appalto? Quali buone pratiche possono aiutare nella prevenzione della corruzione? Come difendersi di fronte a società schermo e prestanome? Come tutelare i progetti finanziati dal PNRR dalle mire criminali? Come rendere la trasparenza un mezzo di informazione e controllo diffuso? Quanto valgono i codici di autoregolamentazione nella predisposizione delle liste per le elezioni? Come agiscono i piani e i protocolli di legalità? Come ci si candida? Cos’è e come funziona un Comune?
Per rispondere a queste e a molte altre domande la Fondazione Scintille di Futuro e Avviso Pubblico promuovono la Scuola di Formazione “Amministratori consapevoli”.