“Bisogna intervenire per eliminare quanto a livello pubblico, attraverso intermediazioni e parassitismi, ha fatto e fa proliferare la mafia. Pure è necessario risvegliare doveri individuali e comportamenti dei singoli che finiscono con il consentire il formarsi di un’area dove il fenomeno ha potuto, dico storicamente, allignare e prosperare”
Piersanti Mattarella
Essere un amministratore pubblico è un ruolo di grande responsabilità e richiede una profonda consapevolezza delle sfide e delle esigenze della comunità che si serve; richiede dedizione, trasparenza, impegno. Il nostro intento è accompagnare chi fa questa scelta.
È un principio fondamentale per una Pubblica Amministrazione efficace. Lavorare in sinergia con più attori e conoscere le esperienze altrui, aiuta a decidere. Ci proponiamo di incoraggiare la nascita di una rete di amministratori e di far conoscere le migliori pratiche disponibili.
Affrontare il fenomeno della corruzione e delle infiltrazioni criminali richiede un approccio multiforme, con azioni a livello istituzionale e con un impegno collettivo per promuovere comportamenti virtuosi, che non sottraggano risorse alle comunità.
Inchieste giudiziarie e specifici studi dimostrano senza ombra di dubbio che la principale porta di ingresso delle mafie nella gestione delle risorse pubbliche risiede nell’amministrazione locale, destinataria diretta e immediata del condizionamento degli amministratori pubblici e dei dipendenti della Pubblica Amministrazione con le forme tipiche della corruzione e dell’intimidazione mafiosa.
La corruzione e l’infiltrazione criminale mettono in discussione la concorrenza, la qualità delle attività, aggravano i bilanci dello Stato, riducono la spesa sociale, hanno un effetto depressivo sull’economia, sullo sviluppo, sulla ricerca; danneggiano i cittadini e rubano il futuro della collettività; alimentano la sfiducia nelle Istituzioni e la qualità della democrazia.
Il fenomeno si è diffuso su tutto il territorio nazionale attraverso la penetrazione soprattutto nei piccoli comuni, dove anche pochi voti possono influire in modo determinante sull’esito delle consultazioni democratiche: un ingresso «legale» della criminalità nella vita dell’ente, attraverso la via politica della raccolta del consenso elettorale, libero o indotto, per propri esponenti o fiancheggiatori.
L’impegno della Fondazione parte dall’idea che si debba lavorare all’interno dell’amministrazione favorendo la prevenzione, la formazione degli operatori politici e tecnici, la valorizzazione delle migliori pratiche verso una diffusa responsabilità e trasparenza.
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